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Coast2Coast Rimini-Follonica 2008

Nell'Agosto 2008, tre ragazzi riminesi hanno avuto la brillante idea di provare un'esperienza nuova... UNA VACANZA ESTREMA!


L'idea saltellava in testa già da tempo a quel matto di Fede (meglio noto come Sleppy o Slepko: il generale russo). Ma in che modo concretizzare questa malsana idea? E con che mezzo?
NIENTE DI PIU' SEMPLICE: "Andiamo in bicicletta da Rimini a Follonica... FACCIAMO IL COAST TO COAST!"
Così se ne parlò e la spedizione partì con altri due membri... uno più matto dell'altro.. ma sempre meno di Slepko... Lucio (noto anche come Luciano o Lax: il matto asiatico detto CINO) e Christian (a tutti noi noto come Kighy o Kuko... il rockeggiatore folle).

Il punto centrale della follia ancora non è stato svelato chiaramente...

SOLO KIGHY AVEVA AVUTO CONFIDENZA ( passato agonistico) CON LA BICI...
FEDE AVEVA FATTO 2 ALLENAMENTI DI 20km LA SETTIMANA PRIMA...
LUCIO HA PROVATO LA BICI ANDANDO DA CASA IN SPIAGGIA...

in aggiunta elenchiamo i mezzi tecnici: Bici da corsa (il muletto) per Christian, Bici da corsa anni '80 senza attacchi per scarpine per Lucio (con tanto di portapacchi artigianale e borsoni al seguito) e... City Bike con manubrio dritto, pedale in plastica senza appigli per Fede.

Un DIARIO/RESOCONTO è la testimonianza di questa pazzia...

1° tappa: Rimini-Sansepolcro 90km

1° tappa: Rimini-Sansepolcro 90km
"la più difficile" -> "solo l'inizio"

Ritrovo al porto di Rimini (faro rosso) ore 8.30 (sarebbe stato molto meglio alle 6)

Kighy in ritardo di 30 min causa piscio dal culo. Vento contro sulla marecchiese appena imboccata, cosi fino a Pennabilli (media dei 20 orari). Lo spirito é ancora alto nonostante il vento contro (non potrà essere sempre contro no ?!)
Cosa sensata sarebbe stata non andare a Pennabilli città e rimanere bassi ai piedi, raggirando le salite, ma ( con sol leone) Lax ha spinto per salire rimpiangendo amaramente la scelta poche salite dopo. Ecco i primi 100m a piedi! Già in crisi, arrivati al parchetto, il doping é stato compreso come scelta sensata e indispensabile nello sport del ciclismo. Infatti l'assaggio di CARNIDYN offerto da Luciano ha convinto Kighy e Slepko a rifornirsi in farmacia (col meraviglioso gusto di arancia rossa "fotosensibile" e dai meravigliosi contenuti organolettici) Oramai è chiaro: LA DROGA E’ BENE.
Pranzo: panini con 2etti minimi di farcitura, giusto apporto di proteine.





Collasso al parchetto. Primi deliri (ma non ultimi) di Lax, con ferma convinzione di tornare a casa e prendere la moto. Nel frattempo Strane reazioni avengono nel corpo di Luciano, il gas che non riesce ad espletare x via orale, trova 2 strade: il culo ed il cervello.

Notare la foto sopra a sinistra: Luciano ha la passera! oh ho no oh....

Ripartenza ore 14, sol leone e 34 gradi. Le prime discese confermano che il precedente guadagno di quota fù totalmente inutile.
(nota l’equazione: Penna 600m, fine discesa 300, obiettivo finale 1000= tedio).
Per raggiungere Badia il tedio cresceva assieme all'altitudine. Altri 1,5 km a piedi con riserve d'acqua agli sgoccioli ma davanti ci attendeva "l'oasi badia", nella quale c'era "l'acqua buona che scende dal monte e non si guasta".

Scoperta dell'esponente massimo del tedio: la commessa dell'alimentari di BADIA TEDIOALTO.
L è Luciano
C è la commessa tediosa

“L:Buongiorno, c’è il gatorade?
C:Non c’è?
L:Io non lo vedo.
C:Guarda lì, io non vedo. Non mi alzo, da qui non vedo…
L:Non lo trovo
C:Sento se c’è, citofono. Lo porta subito
L:Bene grazie… ops… ma all’arancio non posso berlo! mi dispiace.
C:Teniamo solo quello all’arancio perché al limone non lo vuole nessuno, hanno smesso di berlo. L:Ah sì?! scusate, arrivederci”

Ripartenza con salita continua, ma affrontabile (sempre con tedio) fino all’ultimo km dal passo (vedi foto) conquistato a piedi. Kighy aveva già dimostrato di avere le gambine buone scattando e aspettandoci in cima x 20 min.

Consci del fatto che la tappa (ritenuta + dura) volgeva al termine, affrontammo la lunga e ripida discesa con il sorriso di chi si sente già alla fine del viaggio…sbagliando.

Bell’alberghetto in stile vittoriano con spesa onesta, anche per la cena. Sansepolcro per noi rinominabile Santedio, ci ha visto a letto alle 22,30.

2° tappa: Sansepolcro-Siena stima 100km. Effettivi 115 km

2° tappa: Sansepolcro-Siena stima 100km. Effettivi 115 km

"un tranquillo saliscendi" -> "paura di morire"

Organizzati per ripartire alle 7, ma ingenuamente bloccati dalla compulsività maniacale di Angelini Luciano (al cesso ci va solamente giocando al cell e perdendosi nell’assumere sostanze di dubbia provenienza). Il sole intanto si alzava.

Che fresco, come si sta bene... Oh che bel paesaggio! ...senza macchine, ancora tanta ombra, vegetazione rigogliosa... Ma sempre quel vento contro!
Arezzo era anche troppo vicina come tappa, 35km... Ma già un paio di segnali avversi.. Il gps e le indicazioni cercano di farci entrare nella strada riservata solo alle macchine e per venirne fuori lax buca in una buca...Risultato: perso il giusto ritmo acquisito e test delle bombolette per gonfiare!


In 15 min eravamo di nuovo in marcia.

Sali e scendi affrontabili ma la salita rimane tediosa e la discesa fa perdere quota inutile. L'unica strada sana é la strada piana...e senza Vento!

Colazioncina nella brutta Arezzo ma con un bel parco... Ci siamo un pò rinfrescati e riforniti... Comincia ad essere caldo, ma ancora dei km dovevano essere macinati prima della siesta pranzo... L'idea unica era rifuggire il caldo...anche la salita più dolce faceva affannare!

Il sole picchiava da tempo, e l'unico posto x mangiare controvoglia qualcosa si é rivelata "Albergo", cittadina di una via lunga 300mt e senza un briciolo di ombra!
L'unico risto-bar aveva come cameriere un tossico.. A cui fiduciosi abbiamo chiesto direzioni per Siena:
K è il Kighi
S è il Sleppy
CT è il cameriere tossico
() i pensieri
[] descrizione

K: Scusa, un informazione, per Siena?
CT: Mah….. passate per monte san Savino, da li per Siena
S: (monte?!) ..ma sale molto per monte san Savino?
CT: noo, non sale molto, dopo ….Siena è dura….
K: (il tratto dopo Siena è duro)
S: (il tratto prima o dopo Siena è duro!?!?)
S: Un parchetto qua vicino?
CT: [fa una faccia come se ci attendesse la morte in mezzo ad un deserto senza arbusti]
S: Una zona ombreggiata?
CT: [continua a fare quella faccia] no qui in zona niente…
S e K: ok, grazie mille ciao…

Appena saliti in sella, il parchetto era li a soli 20mt dal bar!!, conclusioni:

  • Non si chiedono informazioni nei risto-bar.
  • Non si chiedono informazioni ai tossici.
  • Tantomeno si chiedono informazioni ai tossici che servono nei risto-bar.

Per noi quel tizio aveva viaggiato tanto…ma restando seduto. I dubbi riguardo le sue indicazioni iniziavano a tarlarci.

Purtroppo nel parchetto é rivenuta fuori la storia del mezzobocchino, che ha alleviato le nostre pene (chiaramente solo a due dei tre attraversatori, perché ricordiamo al mondo nn c'é nulla di peggio!)

Ripartiamo alle 15:00 alla volta di monte san Savino, il caldo è asfissiante e la digestione in corso non aiuta! Arriviamo a monte san Savino, seguendo le indicazioni del GPS, che ci portava direttamente in paese lungo una salita costante e poco piacevole. Con astuzia Fede riconosce nel Gps una scorciatoia che a suo dire ci evitava la salita per il paese. Ecco, questa idea si è rivelata subito dopo una cazzata! La scorciatoia in effetti c'era ma portava anche questa sul al paese con una salita di 300m al 20 %. Inutile dire che si faceva fatica a farla a piedi. Mannaggia!! Colpa mia (Fede)!

Passato san Savino inizia la parte più tediosa in assoluto: una salita di 8 km, vento, a tratti forte, contro e caldo infernale. Il Kighi comincia a sparire all'orizzonte, rimaniamo io e Luciano. La salita controvento ci stava sfiancando le gambe e nello spirito. La soluzione più facile sarebbe stata tirare il mezzo nel bosco, ma bisognava stringere i denti. Ed eccoci di nuovo a piedi per 2 o 3 km, riprendiamo fiato e continuiamo lentamente a portare via metri su metri al monte. Raggiungiamo il Kighi, no si impreca neanche più. Le parole lasciano posto allo sconforto ed alla consapevolezza di avere fatto una cazzata. Giusto il panorama ci tirà un pò sù!

Intanto vecchi toscani bestemmiavano come turchi in questo casolare sperduto nel nulla.

Crediamo di essere arrivati sul crinale, ma non era cosi, dietro la curva c'era una nuova salita e così via fino a che il ricordo svanisce nel tedio e nella fatica. Ma alla fine arriva anche la discesa e ci si riposa un pò!

Siamo stanchi morti, per Siena mancano 22 Km, è quasi andata la seconda tappa? Ma anche per il cazzo! Il gps di Fede si scarica e con lui tutte le pile portate dietro, qui, a pochi km da Castelnuovo Berardenga finiscono i dati del gps. Dunque, siamoa 20 km da Siena , il gps vuole farci passare per forza per l' E 78 in cui però con le biciclette non possiamo andare! Dalla cartina vediamo subito che arrivare a Siena non sarà facile e non sappiamo come fare. Il caldo ancora ci massacra, decidiamo di arrivare a castelnuovo B.. Io (Fede) affronto con sconforto l'ultima salita per il paese, ci fermiamo ad un supermarket e lo derubiamo di tutto il gatorade. Fuori dal market abbiamo raggiunto, in particolare io il massimo del tedio,( il mio limite negativo psico-fisico). Mi formicolava il braccio sx ed ho confessato a Lax la mia paura di morire. Ma non eravamo ancora arrivati.

Intanto il Kighi , anche lui sofferente, soprattutto per la strada ignota verso Siena, decide di partire da solo. Ormai cominciava ad essere tardi così ci precede per cercare un albergo in cui riposarci. Il Kighi è stato più fortunato di noi nel trovare la strada verso Siena. Invece noi?! Sfiga su sfiga: non solo non prendiamo la strada che ha fatto il Kighi, ne prendiamo un'altra che poi sbagliamo, torniamo indietro (tornare indietro dopo 100 km non è molto bello) e ne prendiamo un altra. Era quella giusta?! Ma va laaa...dopo una discesa ci ritroviamo in una conca con la strada che diventava brecciata ed in salita. La affrontiamoa piedi e dopo 2 km ne usciamo, di nuovo in sella ci aspettano ancora dei sali-scendi sulle colline con pendenze anche del 17 %, follia!




Intanto sono le otto ed il sole inspiegabilmente ancora non ci molla. Le gambe non riescono a fare un chilometro di più e l'unico modo di affrontare le salite toste è a piedi. Ancora una collina alta, con strada sconnessa, prima di arrivare ai piedi di Siena. Ancora usiamo i piedi. Arriviamo ai piedi del miraggio, quello che ci attende è una tosta salita, ma l'ultima per oggi. La prendiamo di cuore e sotto l'incoraggiamento di Lucio riusciamo a farne un terzo. Proseguiva poi per un chilometro, lasciato sotto le suole a suon di bestemmie.

Arriviamo all'albergo alle 21. L'unica foto che sono riuscito a fare è sfuocata:

Ad attenderci il Kighi giadocciato. Cazzo è veramente una macchina quell'uomo!

Giusto il tempo di fare una doccia anche noi, e ci rechiamo alla contrada del Nicchio in cui c'è una festa, ma lì è tutto pieno.

Abbiamo fretta di mangiare per poi dormire, allora ci infiliamo in una pizzeria dove ci sbraniamo 4 pizze ed un "ciaccino" che altro non è che una fornarina con la mozzarella. Mangiati e bevuti torniamo in albergo, sono le 23:30 e domani ci sveglieremo alle 5:30, pronti a partire per le 6.

Oggi è stata una grande lezione. Buonanotte.

3° tappa: Siena - Follonica. 90 Km.

3° tappa: Siena - Follonica. 90 Km.
"finisce in discesa,ma prima c'è la salita" -> "meno salita del previsto, una passeggiata"


Finalmente il terzo giorno Luciano si riesce a regolare con i tempi, rinunciando a giocare mentre kaga e a doparsi in bicchieri di cristallo, la compagnia riesce a mettersi in marcia alle 6:30 invece che le 6 . L'aria è fresca e seguiamo senza fatica le indicazioni per SS73 che l'albergatore del "Giardino" ci ha dato. Effettivamente ci sembrava un pò più affidabile del tossico.
Imbocchiamo la statale senza sbagliare e dopo un pò di saliscendi passiamo per Rosia, la strada era quella giusta. La strada comincia a salire moderatamente in mezzo al bosco, l'ombra ed il vento finalmente "non contro" alleviano le nostre sofferenze. Più avanti incrociamo il "Ponte della Pia".


Ripartiti dal ponte il cervello di Luciano da segni chiari di cedimento, iniziano a skoreggiargli i neuroni e comincia ad imprecare contro una fantomatica "vallata". "E' tutta colpa della vallata", questo lo ha ripetuto più volte. Da notare che eravamo tra i monti e di una vallata neanche l'ombra! Inoltre agiungerei "dislessia portami via".

Proseguiamo nel viaggio sopra le dolci crete senesi, dopo altri saliscendi passiamo davanti all'abbazia di San Galgano link. Purtoppo non ci siamo fermati, un pò per la voglia di macinare chilometri, un pò a causa della maschera di tedio, che indossavamo, la quale non ci ha fatto vedere il cartello. Comunque è molto bella, e vi si trova uno dei due unici esemplari esistenti di "spada nella roccia".

Pochi chilometri dopo cominciamo ad accusare un pò di fame, ci fermiamo in un paesotto, l'unico bar presente era chiuso per turno mmmm... ma per fortuna c'era una provvidenziale fontanella. Gentili signore ci dicono che il prossimo bar aperto lo troveremo a 16 km lungo la strada. Mangiata qualche barretta e tirato un pò di fiato, ci avviamo verso il bar, non prima di aver controllato la strada sul tom tom.

Più avanti la strada si addentra salendo per 8 km nel bosco, l'ombra ancora ci assiste ma il caldo comincia a farsi sentire. Si rendono necessari alcuni pezzi a piedi per Lax e Fede. Intanto il Kighi abbandona il gruppo e si dirige a tutta birra alla volta del bar, dove i due ritardatari lo ritroveranno ad ingozzarsi di paste.

Arrivati al bar verso le 10:30-11:00 avevamo già pedalato per 50 Km, più della metà dell'ultima tappa era alle spalle ed avevamo ancora parecchie ore davanti. Un pò di ottimismo comincia a trapelare dalle parole e dagli sguardi, forse ce la potevamo fare!
Ci rifocilliamo con "schiacce" alla prochetta, caffè ed ogni bene. Con una buona merenda in pancia possiamo anche continuare il viaggio.

Sempre seduti al bar controlliamo, sul tom tom, quello che ci attende più avanti: vediamo monti e tornanti, e ce lo aspettavamo.
L'idea (di Fede e Lax) dato il caldo e la stanchezza è di usare molto i piedi sulle salite. Intanto il Kighi parte in solitaria con l'intenzione di arrivare in un' ora e tre quarti. Noi invece pensiamo di mettercene 3-4, di ore.

Ci rimettiamo in marcia per l'ultima tappa e le salite non mancano, alcune a piedi, il caldo ti spezza.

Ma ecco la buona notizia, quando ci aspettavamo il peggio del peggio, ovvero i tornanti cattivi in salita, questi si rivelano in discesa! E così è stato fino a 15 km da Follonica! Ormai veramente il più era stato fatto!Affrontiamo la discesa con calma, godendo del paesaggio. A 15 km dall'arrivo i due ritardatari si trovano in pianura e, con vento leggermente a favore, si alternano alla guida del gruppo e con forze ritrovate arrivano a Follonica con media dei 30-35 km/h. Arrivo all'una! Posiamo le bici...
E' FATTA!

Il Kighi intanto aveva già trovato l'albergo (per coincidenza si chiamava il giardino come quello di Siena) e si era docciato. La camera era bella: 4 letti, climatizzata, 2 cessi, 2 tv! Ed io (Fede) che me la volevo fare in tenda...mavaffanculo!!
Una volta docciati andiamo a fare una passeggiata in stazione e scopriamo che per portare le bici bisogna fare 3 cambi di treno per 7 ore di viaggio = tedio fattoriale.
Allora cominciamo a girare per Follonica alla ricerca di negozi di biciclette per rimediare delle borse per il trasporto delle bici.

Non tutti sanno che si può trasportare la bici impacchettata come bagaglio a mano su ogni treno e senza spesa aggiuntiva. quindi la nostra scelta è caduta se questa opzione, convinti dal risparmio e dall'eventuale numero ridotto di cambi. Mentre eravamo in giro, rilassati, con il peggio alle spalle, il destino ci è ancora avverso, una cagata di piccione mi sfiora un braccio e finisce sul piede di Lax, non è maifinita cazzo!

Allora giriamo e giriamo per la città (caldo del cazzo), niente sacche nei negozi; Lax pensa ai sacchi neri della monnezza, ma anche quelli non riusciamo a trovarli. presi dallo sconforto intravvediamo una ferramenta, e lì ci procuriamo della tela cerata che fà al caso nostro.

Risultato: tre individui di dubbia provenienza, un russo, un cinese ed un rumeno con pacchi verdi arrotolati di scotch. I cambi di treno rimanevano comunque tre ma almeno abbiamo razgato un pò di tempo e di euri!

Risolto il problema bici andiamo al ristorante di pesce dove ordiniamo un antipasto misto ed un primo allo scoglio, per carità buonissimi, ma 50 g in più di pasta non gli costavano niente! KANI! Insomma con il dolce 26 €! Poteva andare peggio!

Rimaneva l'ultima dolce tappa, ad attenderci sulla riva il "Cardinal Mendoza" che con i suoi 45 gradi era fatica strozzarlo! Brindato all'impresa appena compiuta riempiamo il mignon di acqua e sabbia ! Lo porteremo a casa con noi come ricordo di questa grandiosa cazzata!

4° giorno: il ritorno.

4° giorno: il ritorno.

La mattina sveglia con calma e colazione in albergo a buffet. Gambe d'acciaio ma sorriso sulla bocca. Cazzeggiamo un po verso il mare. Si torna a casa.

e andiamo a prendere il treno.